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Il 3D mi perseguita

L’ultima è la trovata della COIN nelle pagine centrali di Vanity Fair. In genere non compro il periodico di Luca Dini ma oggi qualcosa mi ha spinto a farlo. Lo apro quando ancora sono per strada e sfoglio un pamphlet pubblicitario.

A casa mi rendo conto che qualcosa nel mezzo del magazine gli dà spessore. Apro e TATAN!! (il suono è pressoché simile ad un onomatopea da fumetto)! Sfondo grigio-blu, “urban life” scritto ai lati destro e sinistro ed un enorme “COIN” al centro delle due pagine. L’effetto cromatico mi fa girare la testa ma gli occhiali incollati al lato della pagina di destra aiutano. Li indosso ma il risultato comunque non mi esalta. In fondo alla pagina di sinistra è scritto “Artistic concept Lorenzo Petrantoni – Milano.” Arte 3D. Perlomeno, effetto 3D.

Non condanno né giudico l’artista, ma questo continuo, incessante, parlare, creare in 3D. Ad essere sincera non credo molto nel 3D, sarà che al cinema mi ha un pò deluso. A Christmas Carol era vuoto e noioso. Up è l’unico che non mi ha deluso.

Perché parlo del 3D? Semplicemente perché mi sta dando la caccia. Prima dell’artistic concept della COIN è stata la pubblicità della Fujifilm FinePix Real 3D W3. Per dirla con le parole del volantino giallo e blu dell’Euronics: “La prima fotocamera 3D.” Prima ancora della “prima fotocamera 3D” era la Panasonic HDC-SDT750. Definizione alfanumerica per la “prima videocamera 3D.”

Quale sarà la sua prossima mossa? Da quale versante mi attaccherà ancora questa “innovazione“?

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