A reminder: Use words carefully
Sul sito del ministero dell’Interno si legge oggi, in prima pagina, un testo che comincia così:
Per carità: se l’immigrazione è “il trasferimento permanente o temporaneo di gruppi di persone in un paese diverso da quello di origine” (definizione di Wikipedia), sicuramente tutte quelle persone sono persone che stanno cercando di emigrare (almeno temporaneamente) dal loro paese, ed immigrare in Italia (o, via Italia, in un altro paese).
Ma, considerato che cosa sta accadendo nei paesi dai quali queste persone provengono, non sarebbe più pertinente parlare, anziché di “immigrati”, di “profughi”? Perché i profughi sono “persone costrette ad abbandonare il proprio paese per motivi politici o in seguito a disgrazie naturali” (da un dizionario a caso, questo).
E’ solo una questione linguistica? No, dal momento che i “profughi” potrebbero avere il diritto di asilo.
Ovvero: impacchettare tutte queste persone nella qualifica di “immigrato” (giocando sul fatto che…
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