THE IMPORTANCE OF BEING HEALTHY
Se fosse così semplice non sarei qui a celebrare il burger con avocado e tacchino (mi son tenuta anche sul leggero), in un posto in cui riempiono il bicchiere ogni volta che finisci una bevanda (sprite, caffè, coca cola …) senza farti pagare.
Non si vedono nelle foto e non mi sembrava il caso di immortalarli (anche se gli americani non sembrano avere problemi con foto e video), ma oltre il piatto di patatine, alla mia sinistra sedeva un gruppo di appassionati di giochi da tavolo. Era un bel gruppone diviso in quattro o cinque tavoli, molti di loro erano affetti da obesità. Non cerco un’associazione tra il gioco da tavola e il peso ma mi sorprendo di non aver notato il problema dell’obesità prima.
In spiaggia e in giro sulla Third Promenade le donne spesso indossano scarpe da ginnastica e tutine, a volte portano dietro tappetini per fare yoga. Fino a ieri sera per me l’immagine dell’intera città era predominata dalla cura fisica ed estetica, ovviamente non è così.
Ma d’altronde quanto deve essere difficile rimanere in forma, quando le tortillas sono buonissime e danno dipendenza; i caffè di Starbucks arrivano a raggiungere le 370 calorie e gli hamburger ti vengo offerti per pochi dollari.
Non mi definisco una salutista ma da un po’ di mesi faccio più attenzione agli ingredienti dei cibi che compro (gosh, dovremmo farlo tutti!!) e mentre Londra sembrava offrire alimenti semplici e “naturali”, Santa Monica (e credo più in generale gli Stati Uniti) fin’ora è l’inferno del salutista.
Sorvolando sui miei timori riguardo il trattamento di pollame, suini e bovini che non consumo in grandi quantità, la seconda paura più grande sono gli organismi geneticamente modificati (OGM), che qui vengono creati senza problema.
Ma sorvolando anche su questo, vogliamo invece parlare del fatto che qualche giorno fa ho impiegato buoni trenta minuti per scegliere dei biscotti? E non perchè sia particolarmente indecisa o perchè ci siano tante varietà, ma semplicemente perchè non riuscivo a trovare una sola marca che non usasse il “bleached enriched flour”. Tenendo presente che “bleach” è anche candeggina in inglese, la cosa può essere tradotta come “farina sbiancata arricchita”. Letta una cosa del genere, partono ovviamente le mille domande che sarebbe meglio non porsi per vivere meglio: sbiancata con cosa? arricchita di cosa? cosa sono tutti quegli impronunciabili ingredienti che seguono?
Neanche il magazine americano che di solito si occupa di allertare la popolazione americana su ciò che mangiano, mi ha dato una risposta convincente. Quello che so è che la farina viene raffinata ed oltremodo sbiancata. Un’altra cosa che so è che alla fine mi sono arresa e i biscotti li ho presi lo stesso.
Tanto per due mesi che passerò qui non dovrebbero uccidermi, no?